martedì 14 agosto 2012 0 commenti

La bambina con il basco azzurro

More about La bambina con il basco azzurro Titolo: La bambina con il basco azzurro
Autore: Daniele Nicastro
Genere: fiaba, fantasy
Editore: Runde Taarn
Collana: Fantasy
Pagine: 118
Anno di pubblicazione: 2011
ISBN: 9788861201330
Prezzo: €15,00
Formato: Brossura
Sito web: La bambina con il basco azzurro

La bambina con il basco azzurro è un libro bel-lis-si-mo! È un libro ben scritto, mi ha fatto pensare al “Piccolo Principe”, non per la trama, ma perché è un libro che ha più livelli di comprensione. E’ un libro per ragazzi(ni), scritto con un approccio simpatico, accattivante. Ma è anche un libro che può piacere ad un adulto, perché consente al lettore di immedesimarsi a fondo nella storia, in modo più maturo, in un viaggio quasi allegorico. Le protagoniste del libro sono una bambina senza nome che indossa sempre un basco azzurro e il suo riflesso che, come si scoprirà nel libro, ad un certo punto si renderà conto di avere una vita propria e di essere più forte e determinata della sua copia originale. A causa della sua natura e del suo “risveglio” improvviso, incontrerà in Buio un nemico feroce, e in un passerotto, un coniglio e un bel gatto dei preziosissimi alleati. Il finale è inaspettato ma molto bello. 
Una piccola nota: ci sono dei passaggi in cui la bambina “reale” e il suo riflesso si parlano. Essendo entrambe sprovviste di nome di battesimo, la lettura a volte rischia di complicarsi, ma basta leggere con attenzione perché Daniele Nicastro è riuscito a superare l’inghippo con abilità. 
I conigli nelle storie fanno pensare subito ad "Alice nel paese delle meraviglie”, ma questo non ha nulla a che fare con quel libro, ovviamente. Anzi, trovo che Daniele Nicastro sia stato capace di scrivere con la giusta delicatezza una storia che ricorda le vere favole di una volta, che sembrano simpatiche, leggere, ma poi celano una morale e una dinamica anche dure, che riescono a raccontare anche ai bambini gli aspetti più drammatici della vita come la paura, la morte, l’invidia, la cattiveria, le difficoltà. Non amo fare dietrologie e cercare significati reconditi nei libri. Tuttavia, trovo che questo libro meriti di essere letto e di avere successo, perché è tutto fuorché una storiella. 

Ha solo un difetto: il costo. 15 euro per un libro di 118 pagine è troppo. E non si tratta di crisi. Daniele Nicastro è al suo romanzo di esordio, in altre parole, è un uno sconosciuto. Per quanto possano essere costate la copertina – molto bella a mio avviso -, la tipografia e l’impaginazione, meglio ridurre il costo di 3-4 euro e vendere 100 copie in più, anche se più a lungo nel tempo, no? Spesso i libri validi come questi vengono ammazzati da costi eccessivi; intendiamoci, sono eccessivi anche i 16 euro per le 150 pagine scarse di Camilleri che ultimamente pubblicava la Sellerio, ma almeno Camilleri ha un nome; al contrario, un nuovo scrittore andrebbe aiutato maggiormente, incoraggiando il lettore ad acquistare il libro, per altro ben confezionato. " La bambina con il basco azzurro" si presta a molte cose: cinema, teatro, anche cd audio. Se raggiunge il giusto successo, secondo me potrebbe ispirare molte belle cose. 

sabato 16 giugno 2012 0 commenti

Il segno del Potere (Guardian of Honor)

More about Il segno del potere
"Il segno del potere" Di Robin D. Owens


Non mi è facile recensire questo libro perché non ho validi termini di paragone. Quindi mi limiterò ad esprimere un’opinione sul libro in sé, indipendentemente dal genere di cui fa parte.
Io l’ho trovato molto bello.
Questa ragazza del Colorado, Alexa, che finisce suo malgrado nel mondo di Llandrana ed è costretta ad adempiere il suo destino, è un neoavvocato minuto ma forte e determinato, con un enorme Potere, con il quale deve distruggere un male non bene identificato.
La cosa che mi ha affascinata di più è stata proprio il “Potere”. Non posso anticipare molto, ma è un potere totalizzante, basato sull’unione, sulla fiducia, che non ha eguali, sia per come viene creato che per come (soprattutto) viene impiegato.
Non ci sono molti combattimenti, ma mi sembra che ciò che interessa all’autrice sia più che altro dare risalto ad una forma di magia che descrive ampiamente nel corso del libro.
E poi, non mancano gli animali magici e le creature fatate, ce n’è una, in particolare, molto buffa, che cambia forma di continuo.
La seconda cosa che ho molto apprezzato nella narrazione è stata il ritmo. Owens non indugia su infinite descrizioni o introspezioni freudiane, d’altra parte il libro non è grande, sarebbe stato noiosissimo (de gustibus!).
Infine, mi ha stupito il fatto che la protagonista non capitasse in un mondo accogliente, ma incontra di continuo ostilità, resistenza, antipatia, persino repulsione, in questo mondo, il che rende la sua permanenza molto difficile e complicata, anche perché non capisce una parola di questo posto.
Io mi sento di consigliarlo, è un libro gradevole, con qualcosa di molto “umano”, nel senso che tocca dei bei sentimenti e allo stesso momento è fantasioso. Non credo sia un libro molto famoso, non in Italia almeno, perché non ho trovato molti libri in vendita o recensioni, ma mi piacere sapere cosa ne pensano i lettori di fantasy.
Però so che rientra in un ciclo di 5 libri:

Guardian of Honor
Sorceress Of Faith
Protector Of The Flight
Keepers Of The Flame
Echoes in the Dark
giovedì 24 maggio 2012 0 commenti

Filastrocca dell'Alfabeto


A  come armatura
B  come bravura
C  come canaglia che con me viene in Questura
D  diamantecome diamante
E  come elefante
F  è un furfante che in galera finirà
Per G c’è tanta gente
Per H  non c’è niente
Immediatamente alla L  passerò
L  l’animale
M  meno male
N è Natale e tanti doni avrò
Per O  abbiamo l’orco
P come Pinocchio
Q  questo marmocchio domani mangerò
R  come Roma
S come strade
T tutte le strade a Roma porteranno
Uh che bella storia
V  vi ho raccontato
Z  ho tanto sonno e a letto me ne andrò, sotto le coperte tutte le parole fanno capriole e una fiaba sognerò.

Oggi mi è tornata in mente questa vecchia filastrocca che ho imparato oltre dieci anni fa durante un camposcuola, se non ricordo male. Per paura di dimenticarla, la scrivo qua. 
Io l'ho imparata cantando, ma non ho una base musicale da mettere qui. 

martedì 22 maggio 2012 0 commenti

La strada non presa

Due strade divergevano in un bosco d’autunno
e dispiaciuto di non poterle percorrere entrambe,
essendo un sol viaggiatore, a lungo indugiai
e ne fissai a lungo una, più lontano che potevo
fino a dove si perdeva nel sottobosco.
Poi presi l’altra, che era buona ugualmente
forse con pretese migliori,
e forse sembrava messa meglio,
perché era erbosa e meno calpestata;
sebbene in realtà le tracce fossero uguali in entrambe le strade.
Ed entrambe quella mattina erano ricoperte di foglie
che nessun passo aveva annerito.
Oh, mi riservai la prima per un altro giorno,
anche se, sapendo che una strada porta verso un’altra strada,
dubitavo sarei mai tornato indietro.
Questa storia racconterò con un sospiro
da qualche parte, tra molti anni:
due strade divergevano in un bosco ed io…
io presi la meno battuta,
e di qui ogni differenza è venuta.
Robert Frost (1874 – 1963), poeta statunitense

Questa poesia è bellissima per il suo profondo e chiaro significato. La vita, molto spesso, ci si presenta come un bivio. A volte vale la pena di prendere la via meno battuta, vincendo la paura e cedendo alla curiosità.
giovedì 8 marzo 2012 1 commenti

The Saga of Biorn


Cosa succede se un Vichingo che vuole accedere al Walhalla ci riesce solo morendo onoratamente salvando delle suore cattoliche?
(sottotitoli in italiano) 

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The Fantastic Flying Books of Mr. Morris Lessmor


The Fantastic Flying Books of Mr. Morris Lessmore é il titolo di un libro e di un cortometraggio premiato agli Oscar 2012 e realizzato da William Joyce eBrandon Oldenburg,
L'ho trovato molto bello e anche dolce, per il modo in cui il protagonista trova l'ispirazione e riempie la vita dei lettori con la luce. Senza contare che l'intera scenografia - in parte “ispirata a Steamboat Bill Jr.” con Buster Keaton e al ciclone de Il Mago di Oz - è originale e divertente. 
Inoltre, se vi piace Humpty Dumpty, apprezzerete maggiormente questo microfilm, in cui il famoso uovo delle storie di mamma Oca, ha un ruolo niente male. Buona visione. 
ps.: è muto, quindi non c'è bisogno di conoscere l'inglese  ^^


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Kony 2012




Guardate quest’uomo.
Quali siano i vostri canoni estetici, si può dire che sia di aspetto gradevole. Probabilmente ha una trentina d’anni, forse qualcuno di meno. Per un attimo, non pensate a lui come ad un soldato, ma come ad un uomo qualsiasi. Potrebbe essere un qualunque giovane dall’aria taciturna, un operaio o uno studente. E’ stato rapito dal suo villaggio mentre andava a scuola, dove i suoi genitori, due insegnanti, lo avevano iscritto. Aveva una decina di anni. Come tutti i bambini del suo villaggio, pare gli fosse stato insegnato che se i ribelli ti rapiscono devi dargli un nome falso oppure, se scappi o succede qualcosa che non è di loro gradimento, risaliranno al tuo villaggio e uccideranno tutti. E’ stato rapito dall’Esercito di Resistenza del Signore (o Lord's Resistance Army - LRA), una forza ribelle armata che cerca di stabilire la teocrazia cristiana (con contaminazioni islamiche e animiste), guidato dal leader spirituale Joseph Kony(in basso).

L’LRA invade i villaggi. Cerca di sconfiggere le forze armate dello Stato. Mutila brutalmente chiunque, massacra di botte chiunque. Stupra le donne. Costringe le persone ad uccidere i loro parenti e a trasportare i ribelli che rimangono uccisi nei conflitti. Ruba divise militari e armi quando ne trova. E soprattutto, in quasi 26 anni di attività, vissuti tra le foreste ugandesi e sudanesi, ha rapito oltre 20mila bambini.

Le bambine diventano schiave del sesso/soldatesse/incubatrici per i loro figli.
I bambini – perché se sono più piccoli possono essere soggiogati – come prima cosa vengono picchiati con una verga. Ripetutamente. Per far capire chi comanda e a cosa devono imparare a resistere. Dopo una filippica sull’LRA, spiegano loro che devono dimenticarsi del loro passato. Poi segnano i loro nomi su un taccuino, per far capire ai ragazzini che sanno tutto di loro e che non si scappa dall’LRA. Non è concesso piangere, né mostrarsi troppo pensierosi o nostalgici. Non è permesso esitare o disubbidire agli ordini, o perde munizioni o armi, né scappare, né cucinare o avere rapporti o mangiare determinati alimenti durante il ciclo mestruale. In tutti questi casi si è puniti con un sacco di botte, il più delle volte si muore per mano degli ex compagni, spesso appena adolescenti. Alle reclute viene detto che se l’esercito regolare li rapisce, saranno uccisi.
L’esercito di Kony costringe, ogni tanto, giusto per provare la loro forza di resistenza e volontà, i ragazzini a bere un po’ di sangue dei morti, a rotolarsi nella pozza di sangue, a mangiare seduti su un cadavere appena ucciso. Ogni tanto, all’improvviso, uno dei soldati alti in grado si avvicina ad un bambino e lo fa stendere: “Tu vuoi tornare a casa, lo so. E vero?” Poi lo fa rialzare. E il bambino capisce che non ha via di scampo, che Kony e company gli leggono nel pensiero e il terrore che ha provato in quel momento, la paura di essere ucciso all’istante, basta a fargli dimenticare della sua famiglia.
In una simile situazione o ti adegui o muori, e siccome l’istinto alla sopravvivenza è forte in ogni essere vivente, questi bambini diventano dei giovanissimi soldati, in età in cui si leggono le favole e si ha bisogno dei genitori più di tutto.
L’uomo della foto ha seguito la stessa sorte dei tantissimi bambini rapiti.
Però, rispetto a loro, aveva una marcia in più.
Tutti coloro che sono riusciti a fuggire e sono stati invitati a parlare di lui lo hanno descritto come leale, obbediente, uno stratega in grado di animare il più codardo degli uomini, coraggioso o forse temerario, in grado di sopravvivere alle guerre più aspre.
Siccome molti, fra gli alti vertici, sono stati o eliminati dal capo Kony o uccisi durante i combattimenti contro gli eserciti regolari, l’ex bambino soldato ha fatto carriera molto in fretta, diventando il numero tre dell’LRA.

Guardate quest’uomo. Si chiama Dominic. Dominic “Odomi” Ongwen. Probabilmente “Ongwen” è un cognome inventato.
C’è un’altra cosa che tutti dicono di lui: è crudele. Molto crudele.
Dominic Ongwen é un criminale di guerra. 
Nel 2005, la Corte Penale Internazionale ha spiccato un mandato internazionale di arresto nei suoi confronti. Nel 2006, fu prima dato per morto dopo un conflitto armato contro l’UPDF (Uganda Peoples Defence Force) e poi si scoprì che in realtà era vivo e vegeto e si era spostato nel sud Sudan.

E’ il più giovane criminale di guerra ed il primo ad essere imputato per le stesse cose che lui ha subito: 3 imputazioni per crimini contro l’umanità, 4 imputazioni per crimini di guerra, incluso trattamenti inumani contro i civili, omicidio e saccheggio. Per questo c’è chi pensa che andrebbe riabilitato nella comunità ma chi è sopravvissuto ad atroci mutilazioni, è stato costretto ad imbracciare un fucile per uccidere un bambino, o ha visto rapire suo figlio, chiede che Ongwen sia processato e sbattuto in carcere.


Per la prima volta, ieri ho visto questo video di “Invisible Children Inc”. Si tratta di un’associazione apolitica composta da tre giovani registi statunitensi volati in Darfur (Sudan) per documentarne il genocidio salvo poi scoprire invece un’altra guerra in corso nel nord del Sudan. 
Ne è nato un documentario “Invisible Children” (bambini invisibile) che denuncia i crimini perpetrati da Kony e i suoi. Ne è seguita anche una campagna: “Kony 2012” per rendere famoso Joseph Kony, non al fine di trasformarlo in una celebrità alla stregua di un attore cinematografico, bensì per far conoscere a tutti che genere di mostro sia e per creare un’opinione pubblica in grado di pressare gli Stati ad agire contro di lui. Purtroppo è solo in inglese, ma basta vedere le immagini per capire di cosa si tratta.

C’è chi accusa l’associazione di fare un lavoro sporco, usando tutto ciò per intascare i soldi dalle raccolte fondi a sostegno dei bambini sudanesi che riescono a sfuggire alla morsa dell’LRA.
Tuttavia, non è necessario mettere mano al portafoglio.
La prima cosa è far sì che il mondo conosca Kony. Perché dobbiamo sapere vita, morte e miracoli di Bin Laden e non di Kony? Ogni tanto L’LRA manda a prendere una trentina di persone da un villaggio per fare un sondaggio sul suo grado di popolarità e gradimento presso le popolazioni locali, una specie di centro statistico fai-da-te. 
Io non me la sento di fare discriminazioni. Come Mladić, Hitler o Saddam anche Kony merita tutta l’attenzione mondiale, perché negargliela? Magari qualcuno al prossimo sondaggio glielo dice. 
Sempre meglio sapere una cosa in più. A me che sto a km di distanza dall’Uganda non cambia niente, ma tra stare qui con le lacrime agli occhi per l’orrore e aumentare le voci che ne parlano be’, scelgo la via del purché se ne parli.
Secondo alcune persone è strano che se ne parli solo adesso (tesi del “a chi giova?” tipico dei nostri tempi), secondo altri ognuno deve farsi i fatti propri, altri ancora ritengono siano una battaglia persa in partenza.

La guerra comporta l’annientamento fisico del nemico, ma è davvero un nemico una quindicenne a cui si tagliano la bocca e le orecchie per puro spirito sadico? Cosa si deve dimostrare? Quale messaggio si deve lanciare?

Dominic Ongwen con Lucky Kidega (UPDF), Walter Ochora (Resident District Commissioner Gulu) e il vescovo Nelson Onono-Onweng durante uno degli incontri con i ribelli nella foresta.

Le due foto che ho postato sono le uniche sul web in cui si vede Dominic Ongwen sorridere.
Il suo volto mi ha stupito perché spesso i criminali di guerra hanno un volto serioso, degli occhi duri e iniettati di sangue e in genere hanno superato i quarantacinque anni. E mi sono chiesta come mai un volto del genere fosse al servizio di Kony. 
Il kit della campagna di Invisible Children

Se mai lo arresteranno, dirà di essere stato costretto e di non avere avuto scelta. Probabilmente è così, finché non ha deciso di andare oltre. Allora non bastano i suoi sondaggi e il fatto che chieda dei genitori e della famiglia per ritrovare l’umanità.
Non sarà il carcere a rendere una vera giustizia, ma farà in modo che ci sia un pericolo in meno per la popolazione di quel luogo, che ha almeno il diritto di dormire sonni tranquilli.

Una piccola sitografia
http://www.huffingtonpost.com/2012/03/07/joseph-kony-2012-video_n_1326313.html#s760762
 
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